Viene usata per rivestire panini, per chiudere contenitori e per congelare alcuni alimenti, ma qual è il corretto utilizzo della carta stagnola?
Con il primo articolo, molto generale sui minerali, partiamo con alcuni approfondimenti relativi ai singoli elementi chimici che hanno una rilevanza dal punto di vista nutrizionale, o come in questo caso, alimentare.
Partiamo con il dire che ormai la carta stagnola non viene più utilizzata, veniva usata agli inizi del ventesimo secolo ma è stata soppiantata da fogli sottilissimi di alluminio.
L’alluminio, come elemento, trova impiego anche nella realizzazione di imballaggi e recipienti destinati a venire a contatto con gli alimenti, basti pensare alle pentole oppure agli stampini per i flan.
Il cibo può essere contaminato dall’alluminio presente in utensili o imballaggi ma, con semplici accorgimenti, questa contaminazione è prevedibile. Il rilascio di alluminio è condizionato dalle modalità d’uso, il tempo di conservazione, la temperatura e la composizione dell’alimento.
Nei soggetti sani il rischio tossicologico dell’alluminio è limitato perché è scarsamente assorbito e viene escreto molto velocemente. Esistono, però, soggetti più vulnerabili, cioè quelli con ridotta capacità escretoria renale: bambini sotto i tre anni, soggetti con malattie renali, donne in gravidanza e anziani.
Per questo in Italia in seguito al decreto ministeriale n.76 del 2007 sono state previste delle disposizioni specifiche in modo che i contenitori di alluminio riportino in etichetta le seguenti indicazioni:
- non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati (come salumi, pomodori, sottaceti)
- destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate (0°-4° C)
- destinato al contatto con alimenti a temperature non refrigerate per tempi non superiori alle 24 ore
- destinato al contatto per tempi superiori alle 24 ore a temperatura ambiente solo per i seguenti alimenti: Prodotti di cacao e cioccolato, caffè, spezie ed erbe infusionali, zuccher, cereali e prodotti derivati, paste alimentari non fresche, prodotti della panetteria, legumi secchi e prodotti derivati, frutta secca, funghi secchi, ortaggi essiccati, prodotti della confetteria, prodotti da forno fini, a condizione che la farcita non sia a contatto diretto con l’alluminio. In poche parole si possono conservare solo i prodotti solidi secchi.
Quindi la norma ci da delle indicazioni di utilizzo molto precise per poter utilizzare l’alluminio in generei maniera corretta, e come per tendenzialmente tutti i prodotti, in etichetta vengono riportate le corrette istruzioni per utilizzare il prodotto senza incorrere in rischi per la salute.
Approfondimenti:
Campagna informativa sul corretto uso dell’alluminio in cucina, Ministero della Salute, 2019